Cv ottimizzati per recruiter e motori di ricerca, cover letter efficaci, preparazione strategica ai colloqui, strumenti per farsi trovare e tanto self-marketing per migliorare la propria visibilità professionale sul web.
►«Se le APL (le agenzie per il lavoro) non hanno il tempo per formare e suggerire ai candidati come migliorare le proprie performance, e se il mondo della formazione è drammaticamente scollegato a quello del lavoro allora ci penso io!». Partendo da questa constatazione Floridiana Ventrella, giovane pugliese con una laurea in discipline economiche e un master in HR presso la business school del Sole 24Ore, si è ricollocata nel mercato del lavoro mutuando dagli Stati Uniti una professione che qui conoscono in pochi; offrendo una soluzione pratica a un problema realmente percepito dopo due anni di carriera in Randstad Italia. Ma, per capirci di più, procediamo con ordine!
Floridiana ci racconti perché sei passata da una prospettiva di carriera in Randstad a un lavoro autonomo? Perché hai lasciato la tua filiale per metterti in proprio?
«Come spesso accade, sono state una serie di coincidenze a farmi cambiare percorso professionale. Dopo una serie di lunghi e tosti colloqui di selezione, finalmente ero riuscita ad entrare in Ranstad (agenzia di ricerca e selezione del personale). Sono partita nel 2018, da Foggia, insieme al mio compagno, per fare ingresso in una filiale in provincia di Modena. Dopo due anni, per un cambio di vertice aziendale, sono però iniziati i licenziamenti a cascata sul personale più giovane. Nel frattempo, il mio compagno ha iniziato ad avere problemi di salute, così, piuttosto cercare ancora a Modena, abbiamo preferito ritornare al Sud, dove ho iniziato ad accarezzare l’idea di “mettermi in proprio” dopo aver individuato una serie di difficoltà lamentate proprio dai candidati che venivano da noi».
Quali sono queste difficoltà di cui parli?
«Ce ne sono diverse. In primo luogo c’è da dire che, purtroppo, nelle APL manca un servizio personalizzato nei confronti dei candidati. Questo accade per questioni di efficienza, tempistiche e produttività. I recruiter hanno davvero poco tempo da dedicare ai candidati, si occupano di selezionarli e incrociare domanda e offerta di lavoro, ma non riescono a far capire loro dove sbagliano, cosa potrebbero migliorare, cosa non dovrebbero assolutamente fare. Le persone, parliamo anche di profili altamente skillati – manager e senior -, arrivano quindi impreparate e incapaci di gestire un colloquio di selezione, ma presentano anche curriculum poco ottimizzati o lettere di presentazione completamente sbagliate, per non parlare poi della gestione della propria immagine sul web. Così vengono penalizzati nonostante il valore del proprio profilo. Una situazione paradossale a cui occorreva dare una risposta».
Da qui è nata la tua idea?
«Esatto! Quando ho intercettato questo gap e ho capito che esisteva un destinatario per il quale lavorare, ho iniziato a rimboccarmi le maniche per costruirmi da sola una professione che fosse in grado di rispondere a questa esigenza. All’inizio non sapevo nemmeno come definirmi, ma fin da subito ho intuito che stavo imboccando la strada giusta!».
Quindi come ti sei mossa?
«Tornata a Foggia, ho investito giorno e notte sulla mia formazione per adeguarla anche ai cambiamenti che stiamo vivendo. Ho partecipato a un master in analisi comportamentale per migliorare la mia comunicazione verbale e non verbale e riuscire a “leggere” le persone. Dopo di che ho aperto un profilo Linkedin e ho iniziato a fare networking con i miei colleghi esteri così ho capito, che da Londra a New York, non c’è nessuno che non sappia chi è e cosa fa un cv resume writer. A proposito si chiama così la mia professione! Grazie al web ho scoperto quindi che la mia idea non era sbagliata, al contrario, queste figure all’estero sono altamente riconosciute, molto richieste, ben pagate e hanno un albo professionale, mentre in Italia è un mestiere ancora tutto da spiegare e con un mercato ancora tutto da esplorare».
E allora spiegaci: cosa fa un cv resume writer?
«Se mandi ogni giorno decine di cv e nessuno ti risponde, c’è qualcosa che non va ed è un errore su cui intervenire ancor prima di pensare di poter affrontare un colloquio di selezione. Lavoro proprio su questo! Il curriculum di un creativo deve essere diverso da quello di un ricercatore, invece, spesso sono tutti uguali. Tutti, per lo più, in formato europeo, format che i recruiter considerano una perdita di tempo. Cosa faccio io? Riscrivo il curriculum con le parole chiave e le terminologie HR per essere ricontattati dalle agenzie per il lavoro. Insegno copy strategico per redigere cover letter efficaci che i selezionatori non si stancano di leggere. Illustro le strategie per superare brillantemente un colloquio e, non meno importante, lavoro sul personal branding e sugli strumenti per l’ottimizzazione dei profili social».
Spieghiamo..cosa c’entrano i social network con la ricerca attiva di un lavoro e con i recruiter delle agenzie?
«C’entrano tantissimo! Non potete capire quanto racconti il web di tutti noi. Oggi l’attività social deve essere orientata anche a creare e supportare una reputazione professionale, così da incrementare le opportunità lavorative. I recruiter cercano profili di ogni specie online o confermano l’idea che si sono fatti di una persona, durante il colloquio, sbirciando tra i vari social. Quindi, io consiglio sempre di creare anche una propria pagina web professionale. L’auto-promozione oggi è un must da non sottovalutare più, non puoi farti trovare mentre fai polemica tra una colazione e un pranzo.. e stai pur certo che i selezionatori ti troveranno».
Dove cercano i recruiter? Su quali social media si soffermano di più?
«Dappertutto! Anche se il re incontrastato rimane Linkedin, oggi non sono da trascurare Instagram e Facebook. Quindi iniziate e fatevi trovare usando gli hashtag giusti, facendo networking, intrecciando collaborazioni, veicolando le vostre passioni per un particolare settore».
È proprio un periodo “no” questo per chi sta cercando lavoro. C’è un settore che, nonostante tutto, è alla ricerca di personale?
«Quello che posso dire è che c’è un aumento esponenziale della richiesta di professionisti online, per non parlare dell’ambito della formazione che, ormai, avviene quasi tutta a distanza con la conseguente esplosione del micro e-learning, ecco perché è importantissimo sapersi posizionare. Di pari passo cresce quindi automaticamente anche la richiesta di figure iper-specializzate nel settore digital e informatico come It administrator, esperti di cyber security, avvocati del digitale, web e software developer, e-commerce manager, web designer, digital marketing..ecc ecc».
Professionalmente sei nata sul web e il tuo canale di acquisizione principale sono i social network. Continuerai in questo modo? Quali sono i tuoi progetti futuri?
«No, rischierò di sembrare strana, ma oggi l’offline è funzionale all’online e viceversa. Mi spiego meglio, so perfettamente che per avere un riconoscimento sociale della mia professione devo anche posizionarmi fisicamente. Quindi il mio progetto è quello di aprire una società di servizi e consulenza a Foggia che riesca a fare da corridoio soprattutto per gli italiani che cercano lavoro all’estero. Per realizzare questo sogno nel cassetto, ho fatto domanda per partecipare a un bando della regione Puglia e molto presto ci sarà il gran debutto. Incrociate le dita per me?».
Di Daniela Iavolato
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