Dieci milioni di euro, di cui sette per il credito d’imposta.
È quanto mette a disposizione il Mise nell’ambito del decreto attuativo, firmato pochi giorni fa dal Ministro Giancarlo Giorgetti, per promuovere la costituzione o la trasformazione in società benefit di imprese presenti sul territorio nazionale.
Ma cosa sono le società benefit? E perché se ne parla sempre di più?
Prima, un salto nel tempo con la lucida analisi di Robert Kennedy.
L’intuizione non è nuova e oggi sembra realizzare il sogno del senatore americano Robert Kennedy che, già nel 1968, in occasione di un celebre discorso presso la Kansas University, criticò duramente il PIL come indicatore di benessere in un’epoca in cui il concetto non era ancora così noto e dominante. «Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato all’eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni materiali. Il nostro PIL ha superato 800 miliardi di dollari l’anno, ma quel PIL – se giudichiamo gli USA in base a esso – quel PIL comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le autostrade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nell’espansione urbanistica incontrollata. Comprende il napalm e le testate nucleari e le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, e i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Eppure il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l’allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie e la solidità dei nostri matrimoni, l’acume dei nostri dibattiti politici o l’integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione per la nostra nazione. Misura tutto, in poche parole, eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta. Ci dice tutto sull’America, eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere americani».
Oltre il “profit”: Benefit per sé e per gli altri!
Circa quarant’anni dopo quel discorso, nasce così il modello societario benefit: una svolta! Nel 2010, grazie all’impegno di tre amici e manager provenienti dalla Stanford University (Jay Coen Gilbert, Bart Houlahan e Andrew Kassoy), per la prima volta, lo Stato del Maryland, riconosce, nella forma giuridica di Benefit Corporation, il modello della Società Benefit .
E in Italia? Su ispirazione degli USA, l’Italia diventa il primo Paese europeo a dotarsi di una disciplina sulla materia. La Legge di stabilità 2016 introduce, nel nostro ordinamento giuridico, le società benefit che integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Le SB restano quindi società for profit, ma trasformano il modello dominante di impresa a scopo di lucro in un modello che agisce con una doppia finalità: profitto e welfare collettivo, ovvero, anche a vantaggio delle persone, dei lavoratori, della comunità e dell’ambiente, distribuendo valore per obbligo di natura statutaria.
Come si diventa Società Benefit?
Qualsiasi azienda può reinventarsi e rigenerarsi in una SB. Secondo la legge possono essere SB tutte le tipologie di società previste dal Codice Civile, siano esse di capitali o di persone, senza alcuna limitazione legata al settore di appartenenza. Le nuove aziende possono decidere di costituirsi direttamente come SB oppure, nel caso di società già esistenti, è possibile trasformarsi in SB. I passaggi legali per diventare Società benefit sono semplici: occorre una modifica dello statuto che inserisca i temi di beneficio comune nell’oggetto della Società.
Perché sono da promuovere?
Perché si tratta di un istituto ancora poco conosciuto da imprenditori e consulenti che li seguono. Perché sono imprese potentemente innovative che integrano la ricerca del profitto con una strategia attenta agli aspetti sociali. Perché abbiamo poco tempo per invertire la rotta ed è ormai chiaro a tutti che la macchina aziendale, così come l’abbiamo conosciuta finora, si è usurata e deve essere in grado di trovare nuovi paradigmi. Il momento per cambiare è questo!
Essere Benefit comporta molti vantaggi tra cui:
- Capacità di attrarre giovani talenti
- Ricadute positive sul proprio business
- Migliore capacità nella raccolta di capitali sul mercato
- Migliore rapporto con gli Istituti di credito
- Una reputazione da leader
- Migliore controllo di gestione e dei costi dell’azienda
- Accesso facilitato alla finanza agevolata.
Per altre informazioni e approfondimenti visita il sito https://www.societabenefit.net